A chi è rivolto
Prova destinatari
In futuro le pensioni saranno sempre più basse rispetto all’ultimo reddito percepito. La previdenza complementare nasce come strumento efficiente per integrare questo “gap pensionistico”. Scopri come funziona.
Prova destinatari
In seguito alle riforme pensionistiche intervenute e all’aumento dell’aspettativa di vita le pensioni erogate dal sistema obbligatorio saranno sempre più basse. I lavoratori dipendenti potranno contare su un assegno pensionistico pari a circa il 60% della loro ultima retribuzione, gli autonomi su un importo ancora minore.
La previdenza complementare è una forma di previdenza volontaria che si aggiunge a quella obbligatoria. È fondata su un sistema di finanziamento a capitalizzazione, che consiste nella creazione di un conto individuale presso un fondo pensione in cui affluiscono versamenti dell’aderente, che vengono investiti sui mercati finanziari secondo precise previsioni normative. Al momento del pensionamento la somma maturata viene liquidata sotto forma di rendita e/o di capitale.
| Se decidi di optare per la richiesta della prestazione pensionistica, hai a disposizione le seguenti opzioni: ► prestazione pensionistica in forma di capitale Puoi chiedere l’intero capitale in un’unica soluzione se il 70% della tua posizione maturata convertita in rendita vitalizia non risulta superiore al 50% dell’assegno sociale. Se sei un dipendente del settore pubblico iscritto a un fondo pensione negoziale, puoi chiedere l’intero capitale in un’unica soluzione se la posizione maturata convertita in rendita vitalizia non risulta superiore all’assegno sociale. Nel caso superassi tali limiti, puoi comunque richiedere fino al 50% della tua posizione in forma di capitale. La restante parte viene trasformata in rendita pensionistica. ► prestazione pensionistica in forma di rendita La rendita viene calcolata in base all’aspettativa di vita attesa, al sesso, all’età al momento della richiesta di erogazione della prestazione e alla tipologia della rendita pensionistica scelta. I fondi pensione prevedono diverse tipologie di rendita, tutte rivalutabili, tra le quali potrai optare a seconda delle tue esigenze, come ad esempio: Di seguito alcune delle forme più diffuse: – Rendita vitalizia: viene erogata finchè sei in vita e si estingue con il tuo decesso. – Rendita vitalizia certa e successivamente vitalizia: viene erogata finchè sei in vita. Nell’ipotesi che il tuo decesso avvenga nel periodo preventivamente determinato, solitamente pari a cinque o dieci anni, la rendita viene erogata alla persona da te designata fino a conclusione di tale periodo. – Rendita vitalizia reversibile: viene erogata finchè sei in vita. Al momento del tuo decesso l’intera pensione, o una quota da te determinata, viene erogata per tutta la vita alla persona designata. – Controassicurata: viene erogata finchè sei in vita e al momento del tuo decesso viene versato ai beneficiari l’eventuale capitale residuo, anche sotto forma di pagamento periodico. |
Il primo passo per la costruzione della tua pensione complementare è
l’adesione a un fondo pensione.
Prima dell’adesione ricordati di prendere visione sul sito del fondo pensione dello statuto/regolamento e della Nota Informativa, con particolare attenzione alle Informazioni chiave per l’aderente e all’Informativa sulla sostenibilità. Questi documenti definiscono le caratteristiche della forma pensionistica complementare e le condizioni che regolano il tuo rapporto di partecipazione.
Se sei un lavoratore dipendente in Regione puoi aderire a uno dei quattro fondi pensione convenzionati con Pensplan (Laborfonds, PensPlan Profi, Plurifonds e il Fondo Pensione Aperto Raiffeisen) perchè potrai godere di costi di gestione più bassi, in quanto detti fondi ricevono gratuitamente da Pensplan i servizi amministrativi e contabili, e fruire così degli interventi di sostegno della Regione e del Progetto Casa.
Se il tuo contratto di lavoro lo rende possibile, puoi aderire a un fondo pensione chiuso (come Laborfonds). Se invece il tuo contratto di lavoro non prevede la possibilità di iscrizione a un fondo pensione chiuso, oppure se decidi di iscriverti a una forma pensionistica complementare diversa da quella prevista dal tuo contratto di lavoro o accordo aziendale, puoi aderire a un fondo pensione aperto come PensPlan Profi, Plurifonds e il Fondo Pensione Aperto Raiffeisen (o a un PIP) con un’adesione individuale.
Consulta la guida dedicata al fondo pensione di tuo interesse:
Guida LB
Guida PLF…
Esistono differenze di costo tra i fondi pensione
I prodotti più convenienti, dal punto di vista dell’onerosità, sono i fondi pensione chiusi o negoziali. Si tratta di fondi per i lavoratori dipendenti, istituiti dalle associazioni sindacali di lavoratori e datori di lavoro in forma di associazioni senza scopo di lucro, in cui soltanto i costi amministrativi e finanziari effettivamente sostenuti dal fondo si riflettono sul valore della posizione individuale degli iscritti.
I fondi pensione aperti e i piani individuali pensionistici sono invece prodotti più onerosi, in quanto le spese che gravano sugli iscritti vengono determinate in via preventiva dalla società istitutrice e servono a remunerare l’impresa oltre che a coprire gli oneri effettivamente sostenuti; tra questi ultimi, una quota cospicua è rappresentata da quelli relativi al collocamento dei prodotti.
Le singole voci di costo e il loro valore medio
I fondi pensione prevedono generalmente un costo iniziale una tantum relativamente modesto, espresso in cifra fissa e prelevato dal primo versamento all’atto dell’adesione. Le spese più rilevanti sono quelle da sostenere durante la fase di accumulo, che possono essere sostanzialmente di due tipologie:
– direttamente a carico dell’aderente: si tratta di importi che generalmente sono prelevati in misura fissa, salvo alcune tipologie di fondi che sovente calcolano le spese in percentuale dei versamenti. Si tratta di oneri destinati a coprire principalmente le attività di gestione amministrativa. Di tali costi è data evidenza nell’estratto conto o nella comunicazione annuale inviata dal fondo pensione all’iscritto. Per gli iscritti a fondi pensione chiusi questa tipologia di spesa si definisce quota associativa.
– indirettamente a carico dell’aderente, quindi a carico del patrimonio del fondo o del singolo comparto. Solitamente si tratta di una percentuale prelevata dal patrimonio del fondo e che sostanzialmente incide in egual misura sul patrimonio del singolo aderente. Si tratta di oneri che coprono le attività di gestione finanziaria e di custodia da parte del depositario. Di tali costi non vi è chiara evidenza nell’estratto conto in quanto il valore della posizione di ogni singolo iscritto è già decurtato delle spese che gravano sul patrimonio del fondo.
Infine, vi è una tipologia di costi molto variabile che riguarda l’esercizio di specifiche prerogative individuali, come ad esempio il cambio di linea d’investimento, la richiesta di un’anticipazione o di un trasferimento, ecc.
Come confrontare i costi delle forme pensionistiche complementari
Vista la complessa articolazione delle voci di costo e la variabilità legata alla tipologia di fondo pensione nonché di linea d’investimento, la commissione di vigilanza sui fondi pensione ha previsto un indicatore sintetico di costo, il cosiddetto ISC. Il valore dell’ISC esprime in modo semplice e immediato l’incidenza percentuale dei costi sostenuti annualmente da un iscritto. Ogni fondo pensione ha l’obbligo di pubblicare una scheda dei costi con il valore dell’ISC sul proprio sito internet, mentre la commissione di vigilanza rende disponibile sul proprio sito istituzionale un comparatore dei costi che consente di confrontare tutti i fondi pensione italiani . Come accennato in precedenza i prodotti più convenienti sono i fondi pensione chiusi: con un ISC medio dello 0,26% su 35 anni. Per fondi aperti e PIP, l’ISC medio calcolato sul medesimo orizzonte temporale è pari, rispettivamente, all’1,23% e all’1,83%. Quindi un ISC mediamente 5 e 7 volte più elevato rispetto ai fondi chiusi. Un ISC del 2% invece che dell’1% può ridurre il capitale accumulato dopo 35 anni di circa il 18%, ad esempio, lo riduce da 100.000 a 82.000 euro.
È possibile comparare gli ISC dei fondi pensione sul sito della COVIP (Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione): www.covip.it/isc_dinamico
La prima regola per costruirsi un’adeguata copertura previdenziale è il versamento regolare di contribuzione alla forma pensionistica complementare.
Adesione collettiva
Se sei un lavoratore dipendente iscritto al fondo pensione su base collettiva, il versamento viene effettuato dal datore di lavoro, che trattiene le quote di contribuzione e riconosce il beneficio fiscale direttamente in busta paga.
Puoi effettuare anche versamenti di contribuzione volontaria aggiuntiva rispetto alle quote trattenute in busta paga dal tuo datore di lavoro tramite bonifico bancario e dedurli in sede di dichiarazione dei redditi.
Le quantità della contribuzione sono stabilite dai singoli contratti/accordi collettivi di lavoro. La trattenuta è mensile in busta paga e viene calcolata sulla retribuzione lorda.
I contributi vengono poi versati dal datore di lavoro direttamente nel fondo pensione e riportati nella Certificazione Unica (CU). È altresì possibile effettuare direttamente un versamento di contribuzione aggiuntiva individuale rispetto alle quote previste contrattualmente, riportandolo nella dichiarazione dei redditi per poter beneficiare del vantaggio fiscale della deducibilità, oppure aumentare la quota di contribuzione mensile a proprio carico in alternativa al contributo minimo previsto dal contratto collettivo di lavoro applicato.
Link Osservatorio contrattuale
Adesione individuale
Se aderisci invece su base individuale puoi decidere tu la quantità e la periodicità della contribuzione, effettuando direttamente il versamento al fondo e riportandolo nella dichiarazione dei redditi per poter beneficiare del vantaggio fiscale della deducibilità.
Nell’investire i tuoi contributi le forme pensionistiche complementari devono rispettare regole di prudenza, definite dalla legge, che tengono conto della finalità previdenziale e non speculativa dell’investimento.
Nei fondi pensione chiusi la gestione degli investimenti è affidata a operatori professionali (banca, SGR, SIM, impresa di assicurazione) sulla base di una convenzione nella quale sono definiti i criteri a cui tali operatori si devono attenere. Nei fondi pensione aperti e nei piani individuali pensionistici di tipo assicurativo (PIP) gli investimenti possono essere gestiti anche direttamente dalla società (banca, SGR, SIM, impresa di assicurazione) che ha istituito il fondo pensione o il PIP. Le risorse dei fondi pensione aperti e dei PIP costituiscono patrimonio autonomo e separato rispetto a quello della società istitutrice. Ciò significa che in caso di crisi della società il tuo risparmio previdenziale non viene intaccato.
Generalmente i fondi pensione offrono diverse linee di investimento, dalle linee più prudenti che per esempio possono garantire la restituzione del capitale al pensionamento, alle linee con maggiore possibilità di rendimento associate però a un profilo di rischio più elevato. Per decidere a quale linea di investimento aderire, dovresti tener conto principalmente di: età anagrafica, situazione previdenziale legata alla pensione pubblica, aspettativa di rendimento, propensione al rischio.
La linea di investimento può essere modificata nel tempo. Può risultare per esempio ragionevole spostarsi man mano verso linee meno rischiose o garantite con l’avvicinarsi dell’età del pensionamento.
Anticipazioni
Puoi richiedere che ti venga liquidata una parte della posizione maturata nel
tuo fondo pensione nella seguente misura e per i seguenti casi:
► fino al 75% della posizione maturata per spese sanitarie (la richiesta può
essere fatta in qualsiasi momento)
► fino al 75% della posizione maturata per l’acquisto, costruzione o ristrutturazione della prima casa per te o per i tuoi figli dopo 8 anni di partecipazione nel fondo pensione
► fino al 30% per ulteriori esigenze dopo 8 anni di partecipazione nel fondo pensione.
Se sei un lavoratore del pubblico impiego iscritto a un fondo pensione chiuso valgono regole diverse. L’anticipazione può essere richiesta dopo 8 anni di partecipazione nel fondo pensione fino al 100% della posizione maturata per spese sanitarie per te o per i familiari a tuo carico e per l’acquisto, costruzione o ristrutturazione della tua prima casa o per quella dei tuoi figli. A discrezione del fondo pensione sono inoltre previste anticipazioni per spese relative alla fruizione dei congedi per la formazione e per la formazione continua.
Riscatto
In taluni casi (cessazione dell’attività lavorativa, mobilità, cassa integrazione, etc.) è possibile richiedere la liquidazione di una parte o della totalità della tua posizione individuale presso il fondo pensione.
In caso di decesso dell’aderente prima del pensionamento l’intera posizione viene liquidata agli eredi o ai beneficiari. Per i dipendenti pubblici iscritti a un fondo pensione chiuso la posizione viene riscattata in quest’ordine: dal coniuge, dai figli, dai genitori (se viventi a carico del deceduto), dai beneficiari.
RITA (Rendita Integrativa Temporanea Anticipata)
Se hai già terminato il rapporto lavorativo e ti mancano pochi anni al
raggiungimento della data per la pensione di vecchiaia, oppure se hai
già raggiunto i requisiti per la pensione anticipata (inclusa Quota 100,
Opzione donna, Ape sociale, etc.), puoi accedere alla Rendita Integrativa
Temporanea Anticipata (RITA). Con questa scelta la tua posizione verrà liquidata in rate trimestrali fino al raggiungimento dell’età prevista per la pensione di vecchiaia (ad oggi 67 anni). Durante questo periodo l’intera posizione rimane investita nel fondo pensione e beneficerà del rendimento realizzato dalla tua linea d’investimento.
Consulta la Guida dedicata
Prestazioni al pensionamento
Una volta maturati i requisiti per la pensione obbligatoria potrai richiedere una prestazione pensionistica che potrà essere, a seconda dell’importo maturato, in forma di capitale, rendita oppure mista capitale/rendita. Tutte le rendite erogate dei fondi pensione sono vitalizie, cioè durano fino alla morte dell’iscritto. Le tipologie di rendita sono meglio descritte nei documenti informativi specifici dei fondi pensione. Qualora il tuo fondo non dovesse prevedere la tipologia di rendita adatta per le tue esigenze, potrai trasferire la posizione a un altro fondo che soddisfi appieno i tuoi bisogni.
L’ammontare della rendita pensionistica dipende da molteplici fattori quali l’età al momento dell’accesso alla prestazione, il sesso, la tipologia di rendita richiesta e ovviamente la quantità di capitale accumulato.
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Pagina aggiornata il 20/06/2024, 12:31